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A chi import(a) del Made in Italy? Feditalimprese: stufi di tanta incapacità e di mangiare regole Europee

COMPRA ITALIANO FEDITALIMPRESE+0,9 %, è questo il dato che, per i più ottimisti, sembra preannunciare la fine del tunnel, ma l’Italia è davvero in crescita? Secondo i dati si, che sebbene relativamente non siano del tutto soddisfacenti certificano comunque una lenta ripresa, per molti, però, poco oggettiva. Tra le difficoltà che attraversa il nostro paese, non va tralasciata affatto la questione delle importazioni, forse addirittura più vicina delle altre, toccando uno dei pilastri della cultura italiana.

I prodotti nostrani, le nostre attività, sono massacrate da una spietata concorrenza, a cui si aggiunge una mancanza di supporto dei vari governi, che progressivamente, dal 2007 ad oggi, non hanno fatto che incentivare un altissimo ritmo di importazioni dall’estero, le quali inequivocabilmente hanno danneggiato il prodotto italiano, sicuramente migliore in termini di qualità, ma svantaggiato nella sfida dei prezzi. Ad oggi il produttore italiano deve far fronte ad una battaglia al ribasso, cui non può partecipare essendo già gravato dalla difficile situazione economica dello Stivale.

Sono sempre più i prodotti esteri sulle nostre tavole spesso spacciati come italiani, ma provenienti dall’estero, Olio Tunisino, pomodori Cinesi, arance Turche, fichi Caraibici, olive Algerine, tutti beni primari coltivati in Italia e sicuramente sottoposti a controlli più rigidi, tali che il prodotto italiano non è nella lista nera di materie prime spesso contaminate da agenti chimici e pesticidi, che coinvolge molti dei paesi sopracitati. Gli imprenditori italiani ed i consumatori sono stufi di tanta incapacità e di mangiare regole europee. C’è bisogno di esser tutelati, non di essere barattati con una agricoltura che dà prodotti scadenti e a prezzo di saldo. Bisogna Valorizzare e promuovere il prodotto agroalimentare italiano autentico, ripristinare la fiducia dei consumatori, incoraggiando il loro coinvolgimento nella politica di sicurezza alimentare, garantendo il monitoraggio e la trasparenza in tutta la filiera alimentare e il maggior grado possibile di conoscibilità delle caratteristiche dei prodotti, al fine di consentire loro di effettuare delle scelte di acquisto pienamente consapevoli.

Tutto ciò, afferma Gianluca Micalizzi presidente di FEDITALIMPRESE, non fa che gravare sul piccolo imprenditore, che dunque non può far altro che sottostare alla dura legge della globalizzazione, forse troppo accentuata dai cosiddetti “interventi umanitari” o così definiti dagli emissari governativi, mirati al soccorso delle economie estere, specialmente quelle colpite dalla piaga del terrorismo (Algeria, Marocco, Turchia), ma anche dalla crisi come la Grecia e la vicinissima Spagna, comunque simile a noi nella situazione di Import, ma soprattutto Export. È bene ricordare, dunque, una delle celeberrime frasi di Mahatma Gandhi, secondo il quale una nave che affonda non può salvarne un’altra nella stessa situazione, un po’ quello che sta cercando di fare l’Italia con la maggior parte dei paesi in difficoltà appena citati, positivamente in senso umanitario, ma dannoso per le aziende italiane”.

Feditalimprese, dunque, lancia l’ennesimo campanello d’allarme ai cittadini italiani, di modo che tutti possano essere in grado di scegliere il bene non solo per salvaguardare la propria salute, ma anche per garantire la sopravvivenza delle aziende italiane e del Made in Italy in generale; perché agli Italiani deve importare del made in Italy!

Progetto: COMPRA ITALIANO