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“Terre Colte”: 3 mln € per valorizzare le terre incolte del Mezzogiorno

La Fondazione CON IL SUD (“Fondazione”), in collaborazione con Enel Cuore Onlus (“Enel Cuore”), propone, nell’ambito di intervento “Progetti Speciali e Innovativi”, l’Iniziativa finalizzata a mettere a coltura i terreni agricoli abbandonati o non adeguatamente utilizzati, con l’obiettivo di rivitalizzare la tradizione agricola del Mezzogiorno, anche attraverso l’inserimento sociale e lavorativo di soggetti svantaggiati, innervandola delle innovazioni tecnologiche e colturali che possono aiutarla a consolidarne il posizionamento nei relativi mercati.
La Fondazione ed Enel Cuore mettono a disposizione delle organizzazioni del terzo settore un importo massimo complessivo di 3 milioni di euro, che saranno utilizzati in funzione della qualità delle proposte ricevute.
L’Iniziativa prevede la presentazione on line delle proposte di progetto entro, e non oltre, le ore 13:00 del 23 febbraio 2018.
Saranno selezionate le proposte ritenute più valide e capaci di generare valore sociale ed economico sul territorio.

1.1. Premessa
L’agricoltura ha rappresentato per lungo tempo la principale fonte di reddito degli italiani. Al censimento del 1901 il 64,7% dei lavoratori era impegnato in agricoltura, con una eguale distribuzione tra nord (64,9%) e sud (64,3%). Nel tempo le strade delle due parti del paese si sono divise: al censimento del 1961 la quota di popolazione lavorativa complessivamente impegnata nel settore primario era pari al 30%, ma, mentre al nord essa era pari al 23,8%, al sud era al 43,1%. Anche in questo dato si legge la storia della ‘diversità’ dello sviluppo del Mezzogiorno. Ancora nel 2001, mentre al nord i lavoratori impegnati in agricoltura rappresentavano il 3,9% del totale, al Mezzogiorno questa componente era proporzionalmente più che doppia (9,2%)1.
L’agricoltura ha segnato profondamente la storia del Mezzogiorno, incidendo in particolare sul destino della componente più povera della popolazione, a causa di una struttura proprietaria largamente fondata sul latifondo. Quest’ultimo ha delineato il paesaggio ambientale e umano del Sud, originando, a cavallo tra XIX e XX secolo, le grandi migrazioni che così profondamente hanno inciso nella vita delle sue famiglie. La riforma agraria del secondo dopoguerra ha modificato questa struttura e cambiato questo destino solo in parte.
Accanto al latifondo, il paesaggio colturale del Sud è stato caratterizzato, in altre sue parti, dalla piccola o minuscola proprietà, in cui sono maturate quelle caratteristiche di laboriosità e di inventiva (le ‘formiche’ di Tommaso Fiore) grazie a cui alcuni spicchi di territorio sono diventati piccoli gioielli di coniugazione tra ambiente naturale e cultura materiale.
Nonostante le tante problematiche, di natura climatica e globale oppure legate ai locali processi di cementificazione scriteriata, alcune componenti dell’agricoltura meridionale hanno saputo rilanciarsi, grazie ad un attento lavoro di qualità sui prodotti, alla capacità di connettersi con i mercati nazionali ed esteri e allo sviluppo di nuovi modelli, con particolare riferimento alle esperienze di agricoltura sociale. La terra e il lavoro agricolo, e insieme con essi l’ambiente e il paesaggio che da questi si originano, si propongono quindi ancora una volta, nel solco della millenaria storia del Sud, come grande opportunità, soprattutto per i giovani, non solo per garantire reddito e occupazione, ma anche per favorire il consolidamento o la rinascita di quelle reti di connessione sociale che hanno costituito per secoli l’ossatura della vita umana nel Mezzogiorno.

1.2. Obiettivi
Con l’Iniziativa ‘Terre Colte 2017’ le organizzazioni del terzo settore sono invitate a presentare proposte progettuali finalizzate a recuperare e mettere a coltura i terreni agricoli incolti, abbandonati o non adeguatamente utilizzati.
L’obiettivo è di sostenere alcune iniziative ‘esemplari’ basate sulla rivitalizzazione delle tradizioni legate all’agricoltura e all’allevamento2, sulla preservazione dei valori paesistici della ruralità meridionale, sulle innovazioni tecnologiche e colturali in grado di rafforzarne il posizionamento nei relativi mercati e sullo sviluppo di meccanismi volti a favorire sia l’inclusione sociale, che nuove opportunità per i giovani talenti a rischio di esodo.
La valorizzazione dei terreni abbandonati ha, inoltre, un grande significato in termini di riappropriazione del territorio da parte delle comunità, favorendo i processi di infrastrutturazione sociale del paesaggio rurale. Il paesaggio che ci circonda, infatti, è specchio della laboriosità umana e della capacità delle donne e degli uomini di collaborare fattivamente per renderlo accogliente e sicuro.

1.3. Ambito di intervento
La presente Iniziativa prevede la concessione, da parte di uno o più proprietari, di uno o più fondi, ad uno o più dei componenti privati del partenariato proponente.
Le concessioni dovranno obbligatoriamente prevedere:

  • una durata minima del contratto di 10 anni 3;
  • un canone d’affitto non oneroso o puramente simbolico per un periodo iniziale non inferiore a 5 anni;
  • un canone annuale concordato, anche progressivamente crescente, per il periodo successivo a quello ‘iniziale’ di cui al precedente punto;
  • il diritto di recesso non oneroso per il conduttore.

Il proprietario del fondo potrà sottoscrivere un contratto di concessione condizionato all’ottenimento, da parte del partenariato, del finanziamento a valere sulla presente Iniziativa.
I fondi dovranno risultare, in base alla perizia allegata e redatta da un tecnico 4, non coltivati, abbandonati o utilizzati in modo non ottimale.
Oltre alle attività di coltivazione e di allevamento ordinarie 5, nel progetto potranno essere previste attività di tipo sociale, artigianale, commerciale, turistico-ricettivo, etc., purché strettamente connesse e accessorie a quelle di carattere agricolo e purché esse non assorbano, nell’ambito della proposta, una quota preponderante del budget.
Le proposte, oltre alla messa a coltura dei terreni e allo sviluppo di attività di altra natura con essa strettamente collegate, dovranno contenere validi programmi di lavoro finalizzati al consolidamento di rete e al rafforzamento socio-culturale delle comunità.

fonte: Fondazioneconilsud

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