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Feditalimprese: no alla totale liberalizzazione dei saldi

No alla totale liberalizzazione dei saldi, ma sconti e promozioni riservati ai clienti che acquistano in determinati giorni e orari. Questa la proposta di Feditalimprese per rilanciare l’economia locale. Un’idea che potrebbe avere un duplice vantaggio: incentivare le vendite negli orari in cui non si paga la sosta in centro e in cui è più facile trovare parcheggio e fidelizzare la clientela. Feditalimprese crede infatti che la deregolamentazione degli sconti non sia la soluzione migliore per arginare la crisi.

“Liberalizzare del tutto i saldi di fine stagione- afferma Gianluca Micalizzi, presidente di Feditalimprese – significa annullarli, e senza regole non parliamo di un mercato libero. Le regole di convivenza ci devono essere e devono essere rispettate. Si tratta di una garanzia anche per il consumatore.”

La liberalizzazione degli sconti potrebbe infatti comportare rischi sia per le piccole e medie imprese che per gli stessi acquirenti. Le prime perché non ancora adeguatamente preparate a sostenere il marasma di promozioni e svendite che si andrebbe a generare, mentre i consumatori, potrebbero dubitare circa la trasparenza e la veridicità delle offerte. I saldi di fine stagione sono importanti perché restituiscono linfa ai commercianti; consentono loro di proseguire il trend positivo che si registra “storicamente” nel periodo natalizio, di vendere le giacenze di magazzino e i capi rimasti in esposizione negli scaffali per fare posto alle nuove collezioni di moda.

Attraverso gli sconti è inoltre possibile attirare un maggior numero di clienti, pianificare l’acquisto della merce, le vendite e la copertura dei costi di gestione. Pertanto Feditalimprese crede che per fronteggiare la crisi occorre prima di tutto rilanciare le imprese, inserirle in nuove dinamiche di mercato, come quello on-line, già molto frequentato in Italia, perché ritenuto più conveniente e poi riformare le basi a livello istituzionale, politico e finanziario, con riforme sia a livello burocratico che fiscale.

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